Sarsina


In questa pagina ti vogliamo offrire alcuni suggerimenti per poter arricchire il tuo pellegrinaggio alla Città di Sarsina con interessanti e originali stimoli culturali… e non solo.


SARSINA: una città ricca di storia
Città di origine antichissima, fondata da popolazione di origine umbra tra il VI e il IV secolo a.C. Già nel III secolo a.C. Sarsina governava un grande stato al di qua e al di là del crinale appenninico che comprendeva alcune vallate romagnole e l'alto Tevere. L'economia del territorio era silvo-pastorale (lana, pelli, formaggi, legname).

La prima data certa della storia sarsinate è quella della conquista da parte di Roma nel 266 a.C., dopo la quale diventò città federata e, quindi, Municipio.
Nel 250 a.C. vi nacque Tito Maccio Plauto, il più grande commediografo latino di cui restano 21 commedie ancora oggi recitate con successo.
La vera ascesa economica e lo sviluppo urbanistico maturarono nella prima metà del I secolo a.C. dopo che la guerra sociale aveva recato a tutte le città federate di Roma la concessione della cittadinanza romana.
Alla tarda età repubblicana si fa risalire la costruzione delle mura, come pure la costruzione di alcuni dei grandi mausolei a cuspide da parte di notabili del luogo.
La città divenne quindi un grosso emporio, frequentato da levantini che vi impiantarono i loro santuari e riuscì a sfuggire a lungo alla crisi agricola della pianura cispadana.
I reperti venuti alla luce durante le varie "campagne di scavi" svoltesi nel secolo scorso,, alcuni dei quali di grandissimo interesse come il mausoleo a cuspide di Rufus, i mosaici del "Triondo di Dioniso" e di "Ercole ebbro", la statua di Attis, sono custoditi all'interno del Museo Archeologico Nazionale - l'Isituto culturale più prestigioso della Città ubicato nella vicina Via Cesio Sabino, al numero civico 39.Il Museo, indubbiamente uno dei più importanti dell'Italia settentrionale, merita certamente una visita, anche da parte del pellegrino/turista più frettoloso.

Alla fine del III secolo e all'inizio del IV secolo è qui vissuto San Vicinio, il primo vescovo e Santo Patrono della città.
Decaduta con il crollo dell'impero romano subì devastazioni e saccheggi e, pur passando da un dominio all'altro (gli Ordelaffi, i Malatesta, i Veneziani) riuscì a conservare parte della propria importanza per il fatto di essere sede vescovile.
Sarsina rimase sede vescovile fino al 1975, con il suo ultimo vescovo residente Mons. Carlo Bandini. Dal 1975 venne unita, prima solo amministrativamente, poi completamente con la Diocesi di Cesena divenendo così Diocesi di Cesena-Sarsina.
Le memorie della vita quasi bimillenaria della Diocesi di Sarsina, sono custodite all'interno del Museo d'Areta Sacra, che si trova nell'immobile aiacente la Basilica.

Fino al 1859 la Città di Sarsina fece parte dello Stato Pontificio e successivamente del nuovo Regno d'Italia.
Nel 1944 subì una feroce rappresaglia nazista, che procurò molti morti e feriti, con l'incendio di numerose abitazioni private e di edifici pubblici.



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